“CARTA DI GARDA”
per la promozione e la difesa della dignità della donna, nella famiglia, nella maternità, nel lavoro, nello spettacolo, nella pubblicità e nei mezzi di comunicazione.
I presidenti delle associazioni che operano in favore della dignità della persona e della vita di Austria, Francia, Germania, Italia, Repubblica Ceca e Svizzera, che condividono le iniziative del MEVD (Movimento Europeo per la Vita e la Dignità Umana) al termine del convegno annuale di aggiornamento di Garda (VR) ottobre 2003,
PREMESSO:
- che la donna svolge un ruolo importante e talvolta determinante sia nello sviluppo che nel degrado della società;
- che, per la sua attitudine alla maternità, la donna detiene una responsabilità particolare e specifica nel dare la vita, responsabilità che tuttavia divide con l’uomo che ella non può e non deve escludere da questo ambito;
- che, purtroppo, una certa cultura tende a ridurre la donna “ad oggetto” considerandola prevalentemente per il suo spetto fisico o per la sua capacità di lavoro;
CONSTATATO:
- che, nonostante il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana senza distinzione di sesso, contenuta nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948, persistono ancora in alcune legislazioni nazionali e in comportamenti diffusi, forme di discriminazione nei confronti della donna che ne ledono la dignità;
- che, per esempio, le leggi che consentono l’aborto come soluzione ai problemi che una gravidanza può comportare, invece di un sostegno economico e psicologico adeguato, limitano di fatto la libertà della donna e ne offendono la dignità inducendola a ledere gravemente il suo corpo e la sua psiche con la soppressione, contro natura, dell’essere che porta in seno.
- che anche le leggi che consentono il divorzio e lo facilitano, pur apparentemente paritarie nella loro formulazione, finiscono spesso per penalizzare la donna e i figli;
- che l’uso del corpo della donna, con la surrogazione della maternità e con l’estrazione e l’utilizzazione di ovociti (cellule strettamente femminili), è causa di abusi nel campo della ricerca e della riproduzione (clonazione) incompatibili con la dignità umana;
PRESO ATTO, con soddisfazione:
- che la “Costituzione Europea” a livello di Capi di Stato e di Governo fonda l’Unione, in primis sul valore della dignità umana;
- che, in effetti, prevede una carta dei diritti fondamentali dell’Unione che afferma “che la dignità umana è inviolabile e deve essere rispettata”
AUSPICANO:
che venga sottolineata nella Costituzione stessa o in una legge quadro europea l’importanza della dignità della donna, nella famiglia, nella maternità, nel lavoro, nello spettacolo e nei mezzi di comunicazione
CHIEDONO:
ai governi, ai parlamentari nazionali e a quelli europei, agli organi di informazione, agli intellettuali, ai politici, alle varie chiese, alle associazioni di volontariato e ai movimenti di
opinione, ai sindacati e agli imprenditori, ciascuno nel proprio ambito di competenza e possibilità di intervento:
- di favorire il rispetto delle leggi che garantiscono alla donna dignità e protezione da qualsiasi forma di violenza, coercizione, sfruttamento;
- di studiare forme di informazione educativa mirate al rispetto della figura femminile;
- di attivare una più intensa educazione alla maternità e al rispetto della vita fin dal concepimento nonché fornire informazioni, per il concepimento, sui metodi naturali onde prevenire l'aborto;
- di favorire la cultura delle unioni etero-sessuali, del matrimonio e della famiglia, con approfondimenti sulle diverse realtà biologiche, psicologiche, spirituali specifiche dell’uomo e della donna per arginare il crescente fenomeno delle unioni di fatto, del divorzio e del calo delle nascite;
- di adoperarsi per garantire alle donne una reale libertà di scelta, che consenta loro di accedere all’attività lavorativa o all’impegno pubblico (con agevolazioni fiscali, mutui senza interessi, licenze per maternità, contributi finanziari per l’educazione dei figli, asili nido) senza sacrificare il proprio ruolo di madre;
- di combattere con ogni mezzo la schiavitù e gli abusi sessuali nonché l’uso nei mass-media di contenuti ed immagini che degradano l’amore, offendono il pudore ed incitano a violenze sessuali;
- di promuovere azioni culturali e diplomatiche verso quei paesi che considerano la donna ancora subalterna all’uomo e la privano di ogni diritto civile e morale.
ALLE DONNE:
- di approfondire la conoscenza della propria specificità biologica, psicologica e spirituale, al fine di rendersi meglio consapevoli del loro ruolo nella società, da svolgere in condizioni di eguaglianza con l’uomo e di reciproco rispetto;
- di prendere coscienza, in particolare, dell’importanza della maternità, della famiglia e del ruolo insostituibile ed irrinunciabile della donna all’interno della stessa;
- di rendersi conto : a) che portano in sé le cellule germinali della vita umana (l’ovocita); b) che di fronte alle tecniche che si sviluppano in vista della procreazione artificiale, devono, anche se si tratta di combattere la sterilità, mostrarsi molto decise nel rifiutare ogni proposta di prelievo di ovociti dal loro corpo; c) che l’utilizzazione delle cellule germinali per la procreazione o a scopo di ricerca non rispetta la dignità della donna nel suo ruolo di madre; d) che spetta a loro, non ad altre donne o alle macchine, la gestazione del loro ovocita fecondato;
- di far rispettare, a cominciare da se stesse, la loro dignità personale senza lasciarsi influenzare da ideologie, mode, forme di pubblicità che esaltando il corpo mortificano la loro intelligenza ed il loro spirito;
- di evitare che le inviolabili libertà individuali e le giuste rivendicazioni di parità di diritti e di opportunità si trasformino in meri comportamenti egoistici, indifferenti ai doveri che spettano ad ogni individuo verso sé stesso, la famiglia e la società.
SI IMPEGNANO:
nei limiti delle loro possibilità e con iniziative di carattere culturale affinché la dignità della donna venga rispettata in tutti i suoi ambiti e ne venga valorizzato il ruolo nella famiglia, nella maternità, nella professione, nel posto di lavoro, nella pubblicità, nello spettacolo e nell’informazione.
Garda - ottobre 2003