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Al Sig. Presidente e ai membri della Convenzione Europea

 

Si è tenuto a Praga nei giorni 6 - 10 luglio 2002 l´incontro annuale dei membri del MEVD sul tema “Quale uomo per il terzo millennio”. In questa occasione si è svolta un´analisi ed una valutazione delle implicanze bioetiche della Carta dei Diritti Fondamentali dell´Unione Europea, chiamata a esprimere l´identità‘ culturale dell´Europa.

Apprezzamento unanime è stato espresso per la centralità che la Carta attribuisce alla persona e alla sua inviolabile dignità. Vengono inoltre valutati positivamente il divieto di pratiche genetiche selettive, il divieto della commercializzazione del corpo umano, il divieto della clonazione riproduttiva.

Nell´apprezzare il tentativo della carta di specificare i diritti fondamentali in rapporto delle diverse figure del soggetto umano: bambini, anziani, disabili, generazioni future, si esprime un vivo rammarico per non aver avuto coraggio di includere in questa specificazione dei diritti, un adeguato riferimento della tutela della vita prenatale.

Si chiede perciò che nella stesura definitiva, la Convenzione dell´Unione Europea riconosca il principio dell´uguale dignità di tutti gli esseri umani in tutte le fasi della loro vita, fin dal loro concepimento, essendo tale dignità indivisibile.

Praga 10 luglio 2002                                        

La Presidenza MEVD
Prof. Gemma Pellizzari Iannetti          

 

 

 

 

Petizione Blehaut

Petizione Casini

Petizione Viafora

 

Al Sig. Presidente del Parlamento Europeo                                                                  Salisburgo 01 ottobre 2005
JOSEF BORREL FONTELLES
Plateau du Kircheberg
L 2229 Luxembourg

Oggetto: Difesa dell’embrione nella ricerca

I Presidenti delle Associazioni che operano a favore del rispetto della vita, dal concepimento alla morte naturale, e della dignità umana di Austria, Francia, Germania, Italia, Svizzera e Repubblica Ceca e che aderiscono alle iniziative del MEVD, riuniti all’Hotel Cordial Theater di Salisburgo, dal 29 settembre al 01 ottobre 2005, al termine dell’incontro di aggiornamento dopo aver ascoltato gli interventi dei convenuti sui seguenti temi:

  • l’inizio della vita umana, dal punto di vista biologico;
  • la specificità delle cellule riproduttive (gameti);
  • le questioni etiche sollevate da alcune tecnologie mediche, quali la fecondazione in vitro, la diagnostica pre-natale e pre-impianto;
  • la terapia cellulare: cellule staminali embrionali, nate da embrioni soprannumerari o dalla clonazione, cellule staminali adulte

dato che:
la conoscenza precisa dello sviluppo dell’embrione a partire dal momento della fecondazione rivela:

  • la continuità, senza rottura alcuna nel tempo, del processo iniziato;
  • l’assoluta originalità delle caratteristiche genetiche e l’autonomia del nuovo essere, il quale trova nel citoplasma derivato dall’ovocita, tutte le risorse necessarie al proprio sviluppo
  • ( i due gameti dai quali risulta la fecondazione sono portatori, in se stessi, di un’assoluta originalità gnomica); da ciò consegue che, essi sono geneticamente ben diversi dal genoma dei genitori, di modo che è possibile affermare che questi già contengono un patrimonio genetico del tutto originale, quello del futuro essere umano av-venire.

Tali caratteristiche conferiscono ai gameti un destino cui spetta un particolare rispetto e la loro estrazione, particolarmente dal corpo femminile, rappresenta quindi , di per sè, un attentato al naturale orientamento del processo di trasmissione della vita.

  • La clonazione, che , ha per conseguenza la produzione di un essere umano predeterminato, nella sua identità al soggetto donatore, rappresenta un’offesa alla individualità e alla dignità della persona umana.
  • Le esperienze sulla clonazione animale hanno per effetto la comparsa di anomalie genetiche;
  • la clonazione cosiddetta “terapeutica”, nonostante le numerose dichiarazioni favorevoli, non si rivela a tutt’oggi portatrice di successi medici, essendo apparse anomalie genetiche nelle cellule staminali destinate a riformare tessuti mancanti o malati;
  • quale che sia il suo obiettivo -la ricerca, la terapia o la riproduzione di un essere destinato a venire alla luce- la clonazione umana costituisce un solo medesimo processo a proposito del quale il Parlamento europeo ha potuto affermare che “non esiste nessuna differenza tra la clonazione a fine terapeutico e quella condotta a scopo di riproduzione”.

I MEMBRI DEL MEVD CHIEDONO AL PARLAMENTO EUROPEO

  • di promuovere:
    • iniziative a favore della dignità di ogni essere umano, dalla fecondazione alla morte naturale;
    • la ricerca sulle cellule staminali adulte e su quelle provenienti dal cordone ombelicale;
    • la ricerca sulla medicina fetale
  • di affermare la non-disponibilità alla commercializzazione dei gameti
  • di evitare

              ogni tipo di clonazione umana;

  • la ricerca sulle cellule staminali embrionali umane;
  • gli interventi a carattere eugenico, quali la selezione degli embrioni:

Nella convinzione che questa petizione venga favorevolmente accolta, porgono distinti saluti.
                                                                                                                                                                                                                                                                                                         La Presidente MEVD
                                                                                                                             (Prof.ssa Gemma Pellizzari Iannetti)

 

Al Sig. Presidente del Parlamento Europeo                                        Salisburgo 01 ottobre 2005
On.le JOSEF BORRELL FONTELLES
Plateau Du Kircheberg
L 2229 Luxembourg

Oggetto: Difesa dell’embrione sin dal concepimento

I Presidenti delle Associazioni che operano a favore del rispetto della vita,” dal concepimento alla morte naturale e della dignità umana” di Austria, Francia, Germania, Italia, Svizzera e Repubblica Ceca e che aderiscono alle iniziative del MEVD, riuniti all’Hotel Cordial Theater di Salisburgo, dal 29 settembre al 01 ottobre 2005, al termine dell’incontro di aggiornamento

CONSIDERATO

  • che l’unione europea a questo titolo si propone come obiettivo e vanto la promozione dei diritti umani in Europa e nel mondo;
  • che ogni anno il Parlamento celebra il 10/12 l’anniversario della dichiarazione universale dei diritti umani;
  • che il problema principale per garantire l’efficacia dei diritti umani è il riconoscimento di ogni singolo essere umano in quanto titolare di essi, come conseguenza del principio di uguaglianza;
  • che pertanto va affermata la uguale dignità umana di ogni essere umano dal concepimento alla morte naturale;

CONSIDERATO

  • che le legislazioni in materia di tutela della vita nascente e della vita morente sono diverse nei vari paesi dell’Unione e che esistono obiettive difficoltà politiche per chiedere all’Europa di promuovere una norme unitaria in questo settore;

CONSIDERATO

  • che nel campo dell’educazione e della solidarietà è possibile una vasta opera di difesa e promozione del diritto alla vita fin dal concepimento a prescindere dalle diverse regolamentazioni della interruzione volontaria di gravidanza, della fecondazione artificiale e della manipolazione genetica.

CHIEDONO

che il Parlamento Europeo aiuti gli stati membri ad adottare tutte le necessarie iniziative affinché

  • il principio di preferenza per le nascite possa realizzarsi anche in presenza di gravidanze difficili o non desiderate mediante il sostegno economico, sanitario, psicologico, delle pubbliche istituzioni
  • sia favorita l’azione delle associazioni di volontariato che in tutta Europa ripropongono di prevenire l’interruzione volontaria di gravidanza ponendosi con un atteggiamento di sostegno in vista delle nascite alle donne in difficoltà nel caso di gravidanze difficili o non desiderate;
  • sia promossa nelle scuole e attraverso i mezzi di comunicazione sociale una efficace opera di educazione al rispetto della vita.  

Auspicando che questa petizione venga favorevolmente accolta, porgono distinti saluti.

                                                                                  Prof.ssa Gemma Pellizzari Iannetti
                                                                                  (Presidente MEVD)

freccia

 

Al Sig. Presidente del Parlamento Europeo                                        Salisburgo 01 ottobre 2005
On.le JOSEF BORRELLE FONTELLES
Plateau Du Kircheberg
L 2229 LUXEMBOURG

Oggetto: Accompagnamento alla morte-no all’eutanasia

I Presidenti delle Associazioni che operano a favore del rispetto della vita, “dal concepimento alla morte naturale e della dignità umana” di Austria, Francia, Germania, Italia, Svizzera e Repubblica Ceca e che aderiscono alle iniziative del MEVD, riuniti all’Hotel Cordial Theater di Salisburgo, dal 29 settembre al 01 ottobre 2005, al termine dell’incontro di aggiornamento

CONSIDERATO CHE:

  1. oggi il morire si situa in un contesto culturale ed assistenziale caratterizzato da:
  • crescente incidenza di malattie croniche e degenerative, che possono comportare un prolungamento del morire;
  • “medicalizzazione” della fase terminale, in un contesto degenerativo nel quale il funzionale si sostituisce all’umano;

      2   il vero problema di fronte a queste situazioni non è tanto il diritto ad essere aiutati a morire in
           ( inteso  come legalizzazione dell’eutanasia, quanto invece:                    

  • il diritto di avvalersi di cure proporzionate (idratazione, nutrizione artificiale, ventilazione assistita, terapia antibiotica, emodialisi, trasfusioni, chirurgia d’urgenza) e di rifiutare quelle sproporzionate: (“L’alimentazione e l’idratazione, anche artificialmente amministrate, rientrano tra le cure normali dovute sempre all’ammalato quando non risultino gravose per lui: la loro indebita sospensione può avere  significato di eutanasia”; dalla Carta degli operatori sanitari del Pontificio Consiglio della pastorale per gli operatori sanitari, Città del Vaticano 1994);
  • il diritto di essere assistiti fino alla fine evitando il senso di colpa che deriva dal sentirsi di peso;

      3  una risposta all’umanizzazione del morire è un adeguato accompagnamento del paziente                        
terminale: - “non più degne di essere vissute non sono le vite in fase terminale – non degne sono le condizioni in cui le nostre scelte culturali, sociali ed economiche le  costringono a vivere;.

CHIEDONO:

una strategia, assistenziale etica e spirituale insieme, che riconosca i limiti della medicina ed apra la possibilità di:

  • astenersi o interrompere trattamenti sproporzionati;
  • spostare gli obiettivi terapeutici dal “guarire” al “prendersi cura”;
  • orientare gli interventi ad un attento ascolto dei desideri del paziente, affinché egli non sia indotto a chiedere di por fine alla sua vita. (no all’eutanasia)

Fiduciosi che questa petizione sarà favorevolmente accolta, ringraziando anticipatamente per quanto sarà fatto, porgono distinti saluti.

                                                                                              La Presidente MEVD
                                                                                              (Prof.ssa Gemma Pellizzari Iannetti)

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“CARTA DI GARDA”
per la promozione e la difesa della dignità della donna, nella famiglia, nella maternità, nel lavoro, nello spettacolo, nella pubblicità e nei mezzi di comunicazione.

I presidenti delle associazioni che operano in favore della dignità della persona e della vita di Austria, Francia, Germania, Italia, Repubblica Ceca e Svizzera, che condividono le iniziative del MEVD (Movimento Europeo per la Vita e la Dignità Umana) al termine del convegno annuale di aggiornamento di Garda (VR)  ottobre 2003,

PREMESSO:

- che la donna  svolge  un ruolo importante e talvolta determinante sia nello sviluppo che nel degrado della  società;
- che, per la sua attitudine alla maternità, la donna detiene una responsabilità particolare e specifica nel dare la vita, responsabilità che tuttavia divide con l’uomo che ella non può e non deve escludere da questo ambito; 
- che, purtroppo, una certa cultura tende a ridurre la donna  “ad oggetto”  considerandola prevalentemente per il suo spetto fisico o per la sua capacità di lavoro;

 
CONSTATATO:

- che, nonostante il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana senza distinzione di sesso, contenuta nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948, persistono ancora in alcune legislazioni nazionali e in comportamenti diffusi, forme di discriminazione nei confronti della donna che ne  ledono la dignità;
- che, per esempio, le leggi che consentono l’aborto come soluzione ai problemi che una gravidanza può comportare, invece di un sostegno economico e psicologico adeguato, limitano di fatto la libertà  della donna e ne offendono la dignità inducendola a ledere gravemente il suo corpo e la sua psiche con la soppressione, contro natura, dell’essere che porta in seno.
- che anche le leggi che consentono il divorzio e lo facilitano, pur apparentemente paritarie nella loro formulazione, finiscono spesso per  penalizzare la donna e i figli;
- che l’uso del corpo della donna, con la surrogazione della maternità e con l’estrazione e l’utilizzazione di ovociti (cellule strettamente femminili), è causa di abusi nel campo della ricerca e della riproduzione (clonazione) incompatibili con la dignità umana;

PRESO ATTO, con soddisfazione:

- che la “Costituzione Europea” a livello di Capi di Stato e di Governo fonda l’Unione, in primis sul valore della dignità umana;
- che, in effetti, prevede una carta dei diritti fondamentali dell’Unione che afferma “che la dignità umana è inviolabile e deve essere rispettata” 

AUSPICANO:

che venga sottolineata nella Costituzione stessa o in una legge quadro europea l’importanza della dignità della donna, nella famiglia, nella maternità, nel lavoro, nello spettacolo e nei mezzi di comunicazione

CHIEDONO:

ai governi, ai parlamentari nazionali e a quelli europei, agli organi di informazione, agli intellettuali, ai politici, alle varie chiese, alle associazioni di volontariato e ai movimenti di opinione, ai sindacati e agli imprenditori, ciascuno nel proprio ambito di competenza e possibilità di intervento:

- di favorire il rispetto delle leggi che garantiscono alla donna dignità e protezione da qualsiasi forma di violenza, coercizione, sfruttamento;
- di studiare forme di informazione educativa mirate al rispetto della figura femminile;
- di attivare una più intensa educazione alla maternità e al rispetto della vita fin dal concepimento nonché fornire informazioni, per il concepimento, sui metodi naturali onde prevenire l'aborto;
- di favorire la cultura delle unioni etero-sessuali, del matrimonio e della famiglia, con approfondimenti sulle diverse realtà biologiche, psicologiche, spirituali specifiche dell’uomo e della donna per arginare il crescente fenomeno delle unioni di fatto, del divorzio e del calo delle nascite;
- di adoperarsi per garantire alle donne una reale libertà di scelta, che consenta loro di accedere all’attività lavorativa o all’impegno pubblico (con agevolazioni fiscali, mutui senza interessi, licenze per maternità, contributi finanziari per l’educazione dei figli, asili nido) senza sacrificare il proprio ruolo di madre;
- di combattere con ogni mezzo la schiavitù e gli abusi sessuali nonché l’uso nei mass-media di contenuti ed immagini che degradano l’amore, offendono il pudore ed incitano  a violenze sessuali;
- di promuovere azioni culturali e diplomatiche verso quei paesi che considerano la donna ancora subalterna all’uomo e la privano di ogni diritto civile e morale.

ALLE DONNE:

- di approfondire la conoscenza della propria specificità biologica, psicologica e spirituale, al fine di rendersi meglio consapevoli del loro ruolo nella società, da svolgere in condizioni di eguaglianza con l’uomo e di reciproco rispetto;
- di prendere coscienza, in particolare, dell’importanza della maternità, della famiglia e del ruolo insostituibile ed irrinunciabile della donna all’interno della stessa;
- di rendersi conto : a) che portano in sé le cellule germinali della vita umana (l’ovocita); b) che di fronte alle tecniche che si sviluppano in vista della procreazione artificiale, devono, anche se si tratta di combattere la sterilità, mostrarsi molto decise nel rifiutare ogni proposta di prelievo di ovociti dal loro corpo; c) che l’utilizzazione delle cellule germinali per la procreazione o a scopo di ricerca non rispetta la dignità della donna nel suo ruolo di madre; d) che spetta a loro, non ad altre donne o alle macchine, la gestazione del loro ovocita fecondato;
- di far rispettare, a cominciare da se stesse, la loro dignità personale senza lasciarsi influenzare da ideologie, mode, forme di pubblicità che esaltando il corpo mortificano la loro intelligenza ed il loro spirito;
- di evitare che le inviolabili libertà individuali e le giuste rivendicazioni di parità di diritti e di opportunità si trasformino in meri comportamenti egoistici, indifferenti ai doveri che spettano ad ogni individuo verso sé stesso, la famiglia e la società.

SI IMPEGNANO:

nei limiti delle loro possibilità e con iniziative di carattere culturale affinché la dignità della donna venga rispettata in tutti i suoi ambiti e ne venga valorizzato il ruolo nella famiglia, nella maternità, nella professione, nel posto di lavoro, nella pubblicità, nello spettacolo e nell’informazione.

 

Garda - ottobre 2003

 

 

 

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